Nerino Cutuli non intende arrendersi e abbassare la voce. A suo figlio Luca, di 19 anni, è stata diagnosticata nel settembre 2018 la adrenoleucodistrofia, malattia degenerativa autoimmune, e da allora è cominciata per lui e per la famiglia una strada complessa, circondata da vari ostacoli. Nerino Cutuli ha a più riprese parlato a difesa del figlio, con semplici richieste: diritti, protezione. A parlare però stavolta è anche l’indignazione: < Quanta forza deve avere un genitore per combattere le battaglie del figlio? A quanto pare dalla storia che ci troviamo a raccontare da settimane, non c’è misura che basti. Nerino Cutuli è un genitore di un ragazzo affetto dalla malattia degenerativa autoimmune nota come Adrenoleucodistrofia, e attualmente conduce per il figlio l’ennesima battaglia, in piena pandemia. La richiesta: vaccinate mio figlio. La Sicilia dovrebbe essere nel pieno della campagna di vaccinazione dedicata alla categoria dei “disabili gravissimi”, eppure - racconta Cutuli - del vaccino non c’è ancora neanche l’ombra. Cosa ancor più grave è che il giovane Luca non risulterebbe attualmente censito come disabile gravissimo, perdendo dunque in teoria il diritto a ricevere immediatamente la dose che gli spetterebbe di vaccino anti-covid 19 (nonostante il padre abbia presentato la richiesta già a novembre dello scorso anno, non ottenendo risposta). Ma oggi è cambiato qualcosa? <<Non è cambiato nulla. Non ho ricevuto nessuna risposta, ma non mi arrendo. Trascorro gran parte della mia giornata attaccato al telefono>>. Nerino Cutuli conferma che ad oggi Luca attende ancora un verbale di invalidità e non può quindi essere censito come disabile gravissimo, traendo dalla faccenda una considerazione amara: < L’assessore regionale alla Salute Razza ha confermato che i soggetti fragili avranno comunque precedenza su altre categorie. Ma Cutuli lamenta la lentezza di carattere burocratico, perchè quando la burocrazia mette in pausa una vita umana, non c’è appello che basti. Nessuna risposta. In stand-by il riconoscimento dello status di Luca. Bisogna aspettare ancora, ma qui nasce il problema: ogni giorno che Luca passa senza ricevere il vaccino, è un altro giorno che lo espone al contagio da covid-19, cosa che gli potrebbe essere fatale. < “Tuteliamo Luca”: l’appello del padre lo si può riassumere con queste due parole. Bisogna tutelare i soggetti più fragili della comunità, non possiamo lasciare che la loro vita sia appesa ad un filo fatto di ritardi e burocrazia. Non possiamo permettere che un padre senta il proprio figlio come “un invisibile” abbandonato dalla società, non c’è più tempo da perdere.