Sedici operatori sanitari, 15 in servizio all'Asp di Reggio Calabria ed uno - un veterinario - in quella di Catanzaro, sono stati sospesi per essersi rifiutati di sottoporsi al vaccino anti Covid. "In ottemperanza alla legge - spiega Gianluigi Scaffidi, Commissario straordinario dell'Asp5 di Reggio Calabria - abbiamo fatto prima le diffide, invitandoli a vaccinarsi. C'è stato chi ha subito dato seguito alla richiesta, e si è prontamente sottoposto a vaccinazione, chi, invece, ha continuato a far finta di nulla. Il Decreto legge n. 44 lo impone, sia per il personale delle forze dell'ordine, che per gli operatori della sanità. Ricorsi? E' ancora presto ma, mi chiedo, che ricorso devono fare? E questa disposizione sarà applicata fino a quando queste persone non si vaccineranno, e comunque fino al 31 dicembre 2021, data di scadenza del Decreto". E così in ordine sparso, le Regioni avviano le prime procedure per la sospensione di operatori sanitari non ancora vaccinati. Medici, infermieri, operatori delle professioni sanitarie e assistenti socio-sanitari che, senza un motivo valido (ad esempio la guarigione dal Covid da meno di sei mesi o casi «di accertato pericolo per la salute») non hanno ancora rispettato l’obbligo vaccinale imposto dalla legge (28 maggio 2021, n. 76) e non risultano neanche prenotati. Una platea di 45.753 professionisti, pari al 2,36% della categoria (solo lo 0,2%, hanno precisato i sindacati di categoria, rappresentato da medici). Concentrati in nove Regioni (nelle restanti tutto il personale sanitario ha ricevuto almeno una dose di vaccino): i più numerosi sono in Emilia-Romagna (14.390, il 7,9% rispetto al numero di operatori sanitari in tutta la Regione), Sicilia (9.214, pari al 6,5%), Puglia (9.099, che corrisponde al 6,5% della categoria nella regione) e Friuli Venezia Giulia (5.671, pari all’11,9%).