Ansa - Sui problemi del sistema di depurazione delle acque reflue urbane in Sicilia "è difficile dare una colpa a qualcuno: lo scaricabarile lo abbamo sentito un po' da parte di tutti e magari anche noi dal potere centrale abbiamo le nostre colpe come, per esempio, i controlli e le Arpa". Cosi il presidente della commissione parlamentare Ecomafie, Stefano Vignaroli a margine dell'audizione del governo della Regione siciliana a Palermo. Ascoltato anche il presidente Nello Musumeci per alcune ore. Oltre al presidente Musumeci, sono stati ascoltati l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro e quello all’Energia Daniela Baglieri. Presenti anche il dirigente del dipartimento Acqua e rifiuti Calogero Foti, il dirigente del dipartimento Ambiente Giuseppe Battaglia e il direttore generale di Arpa Sicilia Vincenzo Infantino. Tra i nodi affrontati i ritardi sul sistema di depurazione delle acque in Sicilia e i progetti messi in campo dal commissario nazionale per la depurazione Maurizio Giugni in attesa delle autorizzazioni da parte degli uffici della Regione: si tratta di 16 interventi, di cui quattro esitati. Per sette progetti la Regione prevede di dare il via libera definito entro dicembre. L’esecutivo Musumeci è stato ascoltato nell'ambito dell'indagine dei commissari sulla depurazione delle acque reflue urbane. "I problemi sono tanti e ovviamente la Regione è una dei corresponsabili di questa situazione che dura da decenni", ha osservato Vignaroli. "La mancata depurazione delle acque costa 160mila euro al giorno - ha spiegato - Entro dicembre conto di presentare una relazione molto corposa. Sarà uno strumento utile sia per il commissario Giugni sia che per Parlamento, governo nazionale e Regione".