E' stato ricostruito l'omicidio dal reparto speciale Sis dei carabinieri: Lucrezia è stata uccisa nella loro casa di San Giovanni la Punta, verosimilmente al termine di una lite con un fendente alla gola. Il fratello, Giovanni, di 22 anni, l'avrebbe colpita con un fendente alla gola e poi avrebbe avvolto il corpo con sacchi di plastica neri portandolo con la sua auto nelle campagne fra Tarderia e di Nicolosi, dove lo ha fatto trovare 24 ore dopo il deltto e soprattutto dopo avere confessato il delitto ai carabinieri. È la ricostruzione della dinamica dell'omicidio che emergere dai rilievi dei carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche (Sis) del comando provinciale di Catania, dopo i sopralluoghi eseguiti nella villetta dove i due fratelli vivevano, in alloggi separati, con i genitori. Al momento non è stata ancora trovata l'arma del delitto. Ricordamo che venerdì i genitori avevano denunciato la scomparsa della figlia ed erano scattate, serrate e partecipate, le sue ricerche, alle quali ha partecipato anche il fratello che l'aveva uccisa poco prima. I genitori sono distrutti dal dolore e dalla rabbia. Resta ancora non delineato il movente del tragico gesto, che sembra sia da inquadrare nell'ambito della sfera personale dei due fratelli e tra le pieghe della psiche. A denunciare la scomparsa di Lucrezia, il fidanzato storico. Il giovane ha allertato le forze dell'ordine che hanno iniziato le ricerche. Gli investigatori sono stati subito insospettiti dalle discordanze nelle versioni dei fatti fornite dal fratello Giovanni, tanto da supporre che dietro la scomparsa potesse esservi invece un omicidio. Giovanni, si era diplomato all'istituto tecnico industriale e aveva fatto un'esperienza in Francia con l'Erasmus. Dalle testimonianze raccolte, Giovanni è un appassionato di cultura giapponese (hikikomori) e frequentatore assiduo di palestra; pare che da diversi mesi si fosse chiuso in se stesso, per problematiche tutte da verificare. All'opposto della sorella Lucrezia, definita solare ed estroversa e partecipe alla vita della comunità del paese con presenze costanti nelle attività della Chiesa Madre e della Protezione civile comunale (era volontaria insieme al padre...) e che stava per organizzare il proprio matrimonio con lo storico fidanzato. La villetta (in zona residenziale, a due passi dalla piazza centrale) dove abita la famiglia Di Prima, il padre dei due fratelli è un dipendente del Comune in pensione da pochi mesi, è meta di parenti e amici. Qualcuno ha portato dei fiori bianchi poggiandoli sul cancello d'ingresso. Chi conosce la famiglia Di Prima afferma ch si tratta di una una tragedia inattesa e inspiegabile. Un giallo, il movente, su cui carabinieri e Procura di Catania cercheranno di venire a capo. Giovanni Francesco Di Prima, che prima si era rifiutato di rispondere alla domande degli investigatori, alla fine, alla presenza del suo avvocato ha confessato l'omicidio e fatto trovare il cadavere della sorella. Giovanni Di Prima è ora in stato di fermo per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.